Michele Vacchiano Cultural Photography

L'articolo del mese

SETTEMBRE 2020

Nascita di una fotografia

Cabina telefonica presso il Loch Eribol

Cabina telefonica presso il Loch Eribol

Scozia del nord, regione delle Highlands, lungo la costa atlantica.
Centinaia di chilometri di brughiera, non un albero, non una casa: solo brughiera, cielo basso (così basso che le nuvole sfiorano il terreno), mare gelido, pioggia a scrosci, vento e pecore.
Migliaia di pecore al pascolo senza un pastore, senza nemmeno un cane.
Dove siano finiti i proprietari di queste pecore, e dove abitino, Dio solo lo sa.
Un tempo qui si viveva e si coltivava, la società era basata sul sistema dei clan e la terra era equamente distribuita fra tutti.
Ma dopo le Highland Clearances (una vera e propria pulizia etnica perpetrata dagli inglesi tra il XVIII e il XIX secolo), la regione si è trasformata in un deserto, e decine di migliaia di scozzesi si sono spostati verso sud, o sono fuggiti in America.
Le strade sono strettissime, due macchine non ci passano, ma ogni tanto c’è una piazzuola, dove puoi fermarti per lasciar passare chi ti viene incontro.
Cosa che – in cento chilometri – capita sì e no un paio di volte (un po’ di più in estate).
Sulle rive del profondo fiordo chiamato Loch Eriboll, lungo la A838 (non fatevi impressionare dalla sigla altisonante: è una strada larga poco più di due metri) ho incontrato questa cabina telefonica.
Perfettamente funzionante, come altre che avevo incontrato lungo la strada, ma più a sud, nei pressi dei villaggi o di cottage isolati.
Utile se fori una gomma, o se il motore ti pianta in asso, perché il segnale cellulare è approssimativo e l’unica alternativa che avresti per non morire di freddo e di pioggia sarebbe passare la notte abbracciato a una pecora.
Segno di un mondo strano, questa cabina telefonica: un mondo dove anche nei luoghi più desolati e lontani dalla “civiltà” qualcuno ha pensato che potresti avere bisogno di telefonare.
La fotografia è stata scattata con una Canon Eos 5DS R e un obiettivo Zeiss Distagon 35mm f/1,4.
ISO 200, 1/160 di secondo a f/5,6.
Non avevo con me il cavalletto (in aereo viaggio solo col bagaglio a mano e il cavalletto in cabina non si può portare): questo spiega i 200 ISO, necessari a garantire un tempo di scatto ragionevolmente rapido allo scopo di evitare il micromosso, anche se per precauzione ho appoggiato la reflex al tetto dell’auto.
Alla prossima.