Michele Vacchiano Cultural Photography

Il "tip" del mese

Ogni mese un suggerimento, un consiglio, un "trucco del mestiere" utile a rendere piů divertente, piacevole e professionale il lavoro del fotografo.

MAGGIO 2013

Filtra tu che filtro anch'io, qualche cosa resterà...

L'obelisco di piazza San Pietro in controluce, fotografato con zoom 24-105mm e filtro di protezione (bella protezione!). Le immagini fantasma del foro del diaframma sono dovute certo allo schema ottico complesso dello zoom, ma anche alla presenza del filtro (tranquilli, la foto ha un semplice intento didattico, di sicuro non è di quelle che mando in giro!). Servono i filtri nella fotografia digitale?
Ne parleremo, iniziando dai più semplici: i famosi (e famigerati) "filtri di protezione".
Per intenderci, quelli che io faccio immediatamente rimuovere dagli obiettivi dei fotoamatori che si iscrivono ai miei corsi (tanto per chiarire fin dall'inizio e senza mezzi termini come la penso).
Intanto capiamoci: protezione DA CHE!?
Da due cose, dicono i fautori del dannato aggeggio: dai raggi ultravioletti e dalla polvere/grasso/ ditate che potrebbero sporcare la lente frontale.
Si tratta di pregiudizi e luoghi comuni ereditati dalla pellicola, che tuttavia meritano una seria revisione ora che il supporto di acquisizione è cambiato.
Insomma, bisogna anche chiedersi il perché di quello che facciamo: se mio padre e mio nonno tagliavano l'erba con il falcetto, devo continuare a farlo anch'io o magari mi guardo intorno e scopro che da Lidl ci sono i tagliaerba in offerta?
Punto primo.
La faccenda dei raggi ultravioletti poteva andare bene (anzi andava bene, non dico di no) con la pellicola, ma ha poco senso nella fotografia digitale.
Prove di laboratorio hanno dimostrato che il sensore reagisce alla radiazione ultravioletta a livelli che possono essere definiti insignificanti.
Ma allora, insisterà pervicacemente l'irriducibile sostenitore del filtro, perché le mie foto fatte alle undici del mattino in alta montagna o in riva al mare soffrono di un'insopportabile dominante azzurrina?
Oh anima candida, ma semplicemente perché la temperatura cromatica di quel luogo e di quell'ora è molto elevata e il bilanciamento del bianco su "luce diurna" che hai settato sulla tua macchina non ce la fa a compensarla con la dovuta precisione.
Tranquillo, la colpa non è della tua reflex entry-level.
Io ho una reflex medio formato con un dorso che costa quanto una Volkswagen Golf e tutte le volte che scarico le foto dalla scheda di memoria ottengo dominanti inguardabili.
Ovviamente so perché e non me ne curo: sul dorso ho impostato il bilanciamento del bianco su "luce diurna" e ogni volta che la luce ambiente si discosta dai classici 5500 Kelvin il povero sensore mi restituisce un abominio.
Machissenefrega!
Il bilanciamento del bianco si lascia in automatico sulla macchina e si corregge (sempre e comunque) in postproduzione!
Quindi i raggi UV non c'entrano, o c'entrano per una percentuale talmente insignificante (e peraltro correggibile in fase di trattamento) da rendere inutile il filtro.
Ma c'è ancora l'altro pregiudizio, ancor più difficile da estirpare: il filtro "protegge" la lente frontale dallo sporco.
Ma io mi chiedo: quando fate merenda usate il vostro zoom per spalmare la Nutella sul Pan Bauletto del Mulino Bianco? Durante il pic-nic di Pasquetta ci disegnate i cuoricini col dito dopo aver divorato sei costolette d'agnello?
Insomma, chi è che sporca a tal punto il suo obiettivo da avere bisogno di una lastra di vetro per proteggerlo!?
Sull'obiettivo si deposita la polvere? Ovvio, ma si toglie.
Si può inavvertitamente stampare una ditata? Di sicuro, ma esistono ottimi ed economici kit di pulizia, che vanno usati periodicamente.
Come del resto andrebbe pulito il filtro (il che non risolve il problema, semplicemente lo sposta).
E se avete paura di urtare con la lente frontale ostacoli potenzialmente dannosi (no, davvero, ditemi dove DIAVOLO andate a fotografare!) la protezione vera non è un pezzo di vetro (o di plastica), ma un buon paraluce metallico!
E se non basta, insisterò elencando ulteriori buone ragioni per rinunciare al filtro di "protezione".
Innanzitutto un filtro è sempre un elemento estraneo che viene aggiunto ad un sistema fotografico (l’obiettivo) progettato per lavorare da solo, per cui:
- L’aumento delle superfici aria-vetro può causare riflessi fantasma e rifrazioni parassite;
- Il non perfetto parallelismo tra le due superfici del filtro (che si verifica talvolta nei filtri più economici) può provocare difetti di rifrazione;
- Il diverso trattamento antiriflesso subito dal filtro e dalle lenti dell'obiettivo può causare fenomeni di interferenza. Per cui i casi sono due: o acquistate costosi filtri originali (che abbiano subìto lo stesso trattamento antiriflesso delle lenti) oppure... a vostro rischio.
Alla prossima.