Michele Vacchiano Cultural Photography

Il "tip" del mese

Ogni mese un suggerimento, un consiglio, un "trucco del mestiere" utile a rendere piů divertente, piacevole e professionale il lavoro del fotografo.

FEBBRAIO 2013

Mentone e la Fête du citron

Mentone (in francese Menton) è una ridente cittadina costiera nella regione di Nizza, la prima che si incontra dopo aver varcato l’attuale confine tra Italia e Francia, poco oltre Ventimiglia.
La città vecchia, arroccata sul fianco della collina, mantiene un aspetto tipicamente ligure, mentre la città nuova edificata in riva al mare ospita i palazzi istituzionali, gli alberghi e le case di vacanza equamente spartite tra ricchi francesi e ricchi italiani.
Soggetta al Principato di Monaco fin dal 1346 (eccettuata la parentesi storica rappresentata dalla Rivoluzione francese), la città chiese e ottenne l’annessione al Regno di Sardegna nel 1848.
Dieci anni dopo (luglio 1858), a Plombières, Cavour promise segretamente a Napoleone III la cessione della Savoia alla Francia in cambio di aiuto militare contro gli austriaci.
Una promessa solo verbale ma che Napoleone, come suol dirsi, si attaccò all’orecchio.
Nel dicembre dello stesso anno fu ratificato il trattato di alleanza sardo-francese (scritto, questa volta), che aggiunse alla Savoia anche Nizza e la sua regione.
Con gran dispetto di Garibaldi, che a Nizza era nato, e con un certo disappunto di re Vittorio Emanuele II, che vedeva consegnare alla Francia la terra dei suoi antenati (e una gran parte dei suoi territori di caccia).
Ma alla politica spietata (anche se lungimirante) del conte di Cavour non c’era modo di opporsi.
Dopo la vittoria contro gli austriaci nella Seconda guerra di indipendenza e il conseguente Armistizio di Villafranca, l’Austria consegnò la Lombardia a Napoleone III, che a sua volta la “girò” al Piemonte, pretendendo in cambio quanto promesso.
Il Trattato di Torino (24 marzo 1860) sancì il doloroso passaggio, che fu ratificato da un plebiscito (ampiamente pilotato), in base al quale gli abitanti delle regioni interessate scelsero l’annessione alla Francia.
Mentone tornò francese e lo rimase fino ai giorni nostri, se si eccettua l’occupazione italiana del 1940-1943.
Oggi la lingua italiana è compresa solo dai più anziani, alcuni dei quali mantengono vivo l’antico Mentounasc (un dialetto ligure strettamente imparentato con il Monegasco e fortemente influenzato dall’Occitano), mentre i giovani parlano esclusivamente il francese.
Ogni anno, tra febbraio e marzo, la città ospita la Fête du citron, conosciuta anche come “carnevale dei limoni”.
In una vasta area nei pressi del lungomare, nel centro della città nuova, vengono allestite strutture e sculture a tema, realizzate con decine di migliaia di agrumi, prevalentemente arance e limoni.
Il tema di quest’anno (2012) erano le regioni di Francia. L’area è visitabile a pagamento.
Contestualmente si svolgono corsi mascherati, sfilate di carri allegorici e spettacoli notturni per le vie della città.
L'evento (ma anche la visita della cittadina) merita un weekend. Gli alberghi sono numerosi e di tutte le categorie. I prezzi più che ragionevoli in rapporto ai servizi offerti.
Alla prossima.

Gallery

Il forte del XVII secolo fu edificato dall’architetto ligure Molassana. Nel 1957 fu trasformato in museo da Jean Cocteau. La città vecchia vista dal lungomare. Il porto turistico con lo sfondo della città vecchia, dominata dal campanile della basilica dedicata a San Michele Arcangelo. Scorci della città vecchia. Scorci della città vecchia. Scorci della città vecchia. Storica località di villeggiatura, discreta e defilata rispetto alle più note e rumorose località della Costa Azzurra, Mentone offre al visitatore raffinati hôtel de charme risalenti alla fine dell’Ottocento, come l’Hôtel Aiglon, arredato in stile Belle époque. Nonostante le recenti ristrutturazioni, in città si possono ancora trovare negozi come questo, in puro stile Art Nouveau. Agli antichi quartieri arroccati sulle pendici della collina si affianca la parte più recente, edificata lungo il mare. Qui un’ampia area pedonale è stata dedicata al passeggio e allo shopping. Una confiserie del centro in stile Belle Epoque. La piazzetta antistante la basilica di San Michele Arcangelo. I ciottoli della pavimentazione riproducono lo stemma dei Grimaldi (ricordiamo che la città appartenne al Principato di Monaco dal 1346 al 1848). Iniziata nel 1640, la basilica fu più volte rimaneggiata. Sul sagrato si tiene l’annuale Festival de Musique (agosto). Una piazzetta nei pressi del lungomare. Il monumento alla Liberazione. La scritta sul basamento recita: “Vittoriosa e serena la Resistenza esce dalla clandestinità”. L’occupazione fascista del 1940-1943, con il suo tentativo di italianizzazione forzata, provocò una reazione decisa nella popolazione, che rifiutò di iscrivere i figli alle scuole italiane imposte dall’invasore, preferendo percorrere diversi chilometri per frequentare le scuole francesi nei paesi vicini. Una reazione ovviamente comprensibile, a seguito della quale – mentre il dialetto Mentounasc è tuttora studiato e tutelato – la lingua italiana, anche se capita, non è usata volentieri dalla popolazione. La Fête du citron di quest’anno aveva come tema le regioni di Francia. Qui la Bretagna, caratterizzata dal faro e dall’arpa celtica. Ovviamente non poteva mancare la Tour Eiffel a rappresentare Parigi e l’Ile de France; ma forse più interessante è la riproduzione di un ingresso del Métro, in perfetto stile Art Nouveau e con l’immancabile suonatore ambulante. Ovviamente non poteva mancare la Tour Eiffel a rappresentare Parigi e l’Ile de France; ma forse più interessante è la riproduzione di un ingresso del Métro, in perfetto stile Art Nouveau e con l’immancabile suonatore ambulante. Una veduta dall’alto dell’area dove sono ospitate le sculture di agrumi. L’Alsazia è rappresentata da una casa tipica e dalla cicogna sul suo nido. Immancabile la regione della Loira con la riproduzione di uno dei suoi più famosi castelli. La regione Rhône-Alpes collega le Alpi al mare. Sulla vetta del Monte Bianco arranca uno scalatore, ma il versante sud della montagna è foggiato a guisa di cicala, simbolo dell’assolato Midi, mentre una bagnante in bikini si appresta a immergersi nelle acque del Mediterraneo. Il mulino a vento e l’asinello simboleggiano la vita contadina. Spettacolare ma decisamente scontata (e forse un po’ kitsch) la simbologia della regione della Champagne.