Michele Vacchiano Cultural Photography

L'articolo del mese

FEBBRAIO 2021

Nascita di una fotografia

Suonatori di corno svizzero a Interlaken

Suonatori di corno svizzero a Interlaken

La giornata era stata calda, ma ora le ombre della sera stavano lentamente scendendo sulla pianura.
Solo la Jungfrau, sullo sfondo, era ancora baciata dal sole, e abbacinava lo sguardo con lo splendore dei suoi ghiacciai, incombenti sul paesaggio.
In un prato vicino all’antico “Schloss” (in realtà non un castello, ma un vecchio monastero divenuto poi sede di istituzioni civili dopo la Riforma), si erano radunati alcuni suonatori di corno svizzero, per prepararsi al concerto previsto per il dopocena.
Intorno non c’era quasi nessuno; le erbe e i fiori del prato emanavano i loro ultimi profumi prima del riposo notturno e anche il vento taceva, incerto sulla direzione da prendere: tra poco sarebbe sceso dai monti, portando il profumo sottile e frizzante della neve.
I musicisti erano tranquilli, quasi divertiti: era solo una prova, potevano suonare rilassati, non c’era pubblico, a parte quel fotografo discreto che aveva chiesto il permesso di sedersi sulla panchina ai bordi del prato, promettendo che non li avrebbe disturbati.
Iniziarono a suonare con tono sommesso, e sembrava incredibile che da quei lunghi corni di betulla potesse emergere un suono così dolce e ovattato.
Poi la musica prese forza e la melodia popolare, lenta e quasi malinconica, iniziò a diffondersi all’intorno, nella città e nella vallata, echeggiando fra le pareti ammantate di boschi, riflettendosi contro il limpido cristallo dei ghiacci, riempiendo il paesaggio e l’anima di dolce nostalgia.
La voce profonda e quasi umana dei corni dispiegava un canto antico, raccontava di montagne e di pascoli, di vita difficile in paesaggi paradisiaci, di amori lontani, di fede semplice e devota.
Scattai tre fotografie, praticamente tutte uguali, ma poi smisi di lavorare e restai in silenzio ad ascoltare, lasciando che la pace della montagna scendesse dentro di me sotto forma di dolce e struggente melodia.
Alla prossima.