Michele Vacchiano Cultural Photography

Il "tip" del mese

Ogni mese un suggerimento, un consiglio, un "trucco del mestiere" utile a rendere piů divertente, piacevole e professionale il lavoro del fotografo.

APRILE 2015

Le sette cose che un fotografo non vorrebbe mai sentirsi dire...

E invece ce le dicono, per cui dobbiamo essere pronti a ribattere.
Ciascuno di noi ha il suo temperamento: ci sono i remissivi e ci sono gli aggressivi.
Qui cercheremo di formulare una risposta assertiva, cioè capace di spiegare, con argomentazioni fondate, la realtà dei fatti, senza cedere e nello stesso tempo senza mandare a quel paese il nostro interlocutore.

1: Grazie per la foto che mi hai regalato. Ma potresti togliere la tua firma?
Risposta remissiva
Va bene, domani te la faccio ristampare, ovviamente a mie spese, senza la firma.
Risposta aggressiva
Perché, vuoi appenderla in salotto e dire agli amici che l’hai fatta tu?
Risposta assertiva
No, non tolgo la firma. Questa fotografia è il mio lavoro, di cui mi assumo la piena responsabilità: chi la apprezzerà penserà che ho lavorato bene; chi non la apprezzerà vedrà che ho avuto il coraggio di metterci il mio nome e questo mi stimolerà a migliorare.

2: Come mai a me viene uguale se la faccio col telefonino?
Risposta remissiva
Eh, oggi hanno una risoluzione eccellente!
Risposta aggressiva
Sei un idiota. Non sapresti distinguere il letame dal paté di cinghiale!
Risposta assertiva
A te sembrano uguali perché le guardi sul display del tuo smartphone o fai una stampa formato cartolina. Guardale sullo schermo del PC al cento per cento o fai una stampa di formato decente e vedrai la differenza.

3: Posso stampare la foto che hai messo su Facebook?
Risposta remissiva
Fa’ pure, è pubblica.
Risposta aggressiva
Sì, bravo, così viene lo schifo che ti meriti!
Risposta assertiva
A tuo rischio, perché la risoluzione è troppo bassa per consentire una stampa di qualità accettabile.

4: Domenica prossima ci sposiamo… Porti la macchina, così ci fai qualche foto?
Risposta remissiva
Sì, volentieri, anzi, vi faccio il servizio gratis e poi ve lo regalo come dono di nozze.
Risposta aggressiva
Non ci penso neanche! Se mi inviti, vengo per mangiare e bere e non per lavorare!
Risposta assertiva
No, non vi faccio "qualche foto". O faccio l’intero servizio fotografico, e allora discutiamo del mio compenso, oppure faccio l’invitato, brinderò alla vostra felicità e non mi metterò in concorrenza con il fotografo ufficiale, che sicuramente avrete incaricato… vero!?

5: Dài, sono giusto due scatti… Vuoi mica farti pagare per così poco! E poi ti diverti, no?
Risposta remissiva
Vabbè, se non sono tanti scatti te li faccio.
Risposta aggressiva
I tuoi due scatti del “!@#!” fatteli da te!
Risposta assertiva
Prima di tutto non saranno solo due scatti. Poi, se anche lo fossero, mi stai chiedendo un lavoro e il lavoro va ricompensato. Per quanto riguarda il divertimento, permetti che sia io a scegliere le forme, i modi e le occasioni che mi fanno divertire. E tra queste non c’è di sicuro l’essere obbligato a lavorare gratis.

6: La tua macchina fa delle foto stupende. Con una macchina così le farei bene anch’io!
Risposta remissiva
Eh, sì, è proprio un gioiellino.
Risposta aggressiva
Figuriamoci, tu non sapresti nemmeno da che parte si guarda!
Risposta assertiva
La macchina fotografica è un semplice strumento. Saperla usare richiede studio, esperienza e conoscenze che non si improvvisano.
(Uhm, però davanti a un’affermazione del genere io sceglierei la risposta aggressiva: quando ci vuole, ci vuole).

7: Non posso pagarti per questo lavoro, ma se mi piace ti faccio pubblicità (variante: se mi piace ti proporrò in futuro dei lavori che ti saranno pagati).
Risposta remissiva
Va bene, grazie, tanto devo farmi conoscere.
Risposta aggressiva
Allora il tuo “!#*@!” di lavoro puoi mettertelo nel “![ç]*%*!
Risposta assertiva
D'accordo, ma facciamo un contratto, dove sia chiaramente scritto in quali forme e su quali canali mi farai pubblicità, e dove sia specificato che mi procurerai entro l’anno un ulteriore lavoro che sarà pagato in base alle tariffe di categoria.
(Ovviamente non otterremo il contratto, e nemmeno il lavoro, ma avremo fatto capire a un cliente scorretto che il suo gioco era troppo smaccatamente disonesto, e che noi non siamo così stupidi da cascarci).

Morale: che siate professionisti o semplici appassionati, non fatevi fregare.
E alla prossima!