L'articolo del mese
OTTOBRE 2018
Orizzontale o verticale?
L’argomento di questo articolo è anche trattato nel video pubblicato alla pagina: https://youtu.be/WCd5Y3j7Vjs
Quasi tutte le fotografie postate sui social hanno un  orientamento orizzontale. 
  Anche quelle che gli allievi mi mostrano durante i miei  corsi hanno la stessa caratteristica.
  Questo deriva dall’abitudine di osservare la realtà  attraverso lo schermo della televisione e del PC, dal fatto che lo stesso  nostro sguardo ha un orientamento orizzontale, dal fatto che quando scegliamo  una foto come sfondo del desktop non ci verrebbe mai in mente di sceglierla  verticale, dal fatto che le macchine fotografiche hanno l’impugnatura a destra  e il sensore è orientato con i lati lunghi sopra e sotto e con i lati corti a  destra e a sinistra. 
  Per cui manco ci passa per l’anticamera del cervello di  ruotare una macchina che è stata fatta per essere impugnata in quella  posizione. 
  Non ho mai fatto una statistica, ma mi sembra che il novanta  per cento (e forse più) delle fotografie scattate dai dilettanti siano  orientate in orizzontale. 
  Il professionista, al contrario, inquadra spesso in  verticale, perché pensa alla pagina di una rivista. 
  Negli apparecchi di grande formato a corpi mobili, il dorso  portapellicola è riposizionabile. 
  Ebbene, quando lavoravo in grande formato il mio dorso era  sempre montato in verticale, e sono rarissime le diapositive o i negativi da me  scattati in orizzontale durante tutti gli anni di utilizzo del sistema a corpi  mobili. 
  Anche adesso, lavorando ormai solo in digitale, ho  provveduto a dotare le mie reflex di impugnatura verticale, per poter lavorare  più comodamente anche in questa posizione. 
  Ma anche se non si possiede il “vertical grip”, passare dall’inquadratura  orizzontale a quella verticale e viceversa è facile e immediato, a patto che si  impugni correttamente la fotocamera: la mano destra afferra l’impugnatura, con  l’indice sul pulsante di scatto, la mano sinistra circonda da sotto l’obiettivo,  sostenendolo e accogliendolo come una culla. 
  A questo punto, è sufficiente una semplice rotazione del  polso destro per cambiare l’inquadratura.
  Dal punto di vista della composizione, l’orientamento del  fotogramma deve rispettare l’andamento generale del soggetto.
  Il fotogramma non è  uno spazio vuoto da riempire con qualsiasi cosa, ma una ben precisa figura  geometrica (un quadrilatero) entro la quale inscrivere altre figure  geometriche.
  La sua forma e il  suo orientamento nello spazio sono importanti perché determinano l’andamento  delle linee, le masse, i volumi dell’immagine. 
  In altre parole, la composizione.
  L’orientamento  orizzontale si usa spesso nella fotografia di paesaggio, o per riprendere un  insieme di elementi disposti in orizzontale, oppure quando si voglia comunicare  un senso di quiete e di solennità, esaltando la grandiosità del panorama:  una catena di montagne, la superficie calma di un lago, l’orizzonte lontano sul  mare…
  Spesso l’andamento  orizzontale viene esaltato creando fotografie panoramiche, cioè più basse e più  larghe di quanto consentirebbero le normali dimensioni del fotogramma. 
  Questo si ottiene  grazie allo stitching, che consiste nel cucire insieme (stitch, in inglese) diverse fotografie,  grazie ad appositi software.
  Questo permette  anche di creare stampe di grandi dimensioni, superando i limiti imposti dalle  dimensioni del sensore. 
  L’orientamento  verticale è usato per comunicare elevazione e slancio verso l’alto, o per  esaltare una prospettiva.
  L’orientamento del  fotogramma deve sempre rispettare l’orientamento generale del soggetto nello  spazio: montagne isolate, grattacieli, alberi e persone in piedi richiedono l’inquadratura  verticale.
  Non dimentichiamo il formato quadrato, un tempo usato dai  professionisti che lavoravano su pellicola 120, ma riproponibili anche in  digitale mediante un adeguato ritaglio.
  Il formato quadrato è ideale per rappresentare soggetti  statici, la cui simmetria sia perfettamente inscrivibile in un quadrato.
  Insomma, prima di scattare bisogna ragionare, pensando a  quale sia l’orientamento più adeguato a descrivere compiutamente il soggetto.
  Osservate le due fotografie in calce a questo articolo.
  La prima è stata scattata in orizzontale: la composizione  appare schiacciata e non ha respiro, ma soprattutto non è stato possibile  mantenere la macchina in bolla, a causa dello spazio ristretto, generando così  la convergenza delle linee verticali.
  La seconda fotografia mostra come sarebbe migliorata l’immagine  se si fosse impugnata la macchina in verticale: le verticali convergenti sono  scomparse e l’immagine ha il giusto respiro, con il selciato in primo piano e  il cielo al di sopra delle costruzioni.
  Alla prossima.