Michele Vacchiano Cultural Photography

L'articolo del mese

FEBBRAIO 2022

Street photography in pratica: il posto più energetico del pianeta

Times Square è una piazza nel cuore di Manhattan, all’intersezione tra Broadway e la 7th Avenue.
Definita “il cuore dell’universo” o “l’incrocio del mondo”, è divenuta il simbolo forse più efficace dell’animazione e dell’energia di Manhattan.
Centro dell’intrattenimento e della vita sociale, con i suoi teatri e i suoi locali, tra cui il famoso Hard Rock Cafe, la piazza è nota anche per i giganteschi cartelloni pubblicitari animati (i cosiddetti “spectaculars”).
L’insegna del NASDAQ, inaugurata nel 2000, è alta sette piani ed è costata 37 milioni di dollari. L’affitto dello spazio costa due milioni di dollari all’anno.
Ogni anno, il 31 dicembre, centinaia di migliaia di persone (due milioni nel 1999) si radunano a Times Square per dare il benvenuto al nuovo anno, mentre una gigantesca sfera di cristallo Waterford scende lentamente sulla piazza.
Un tempo sede di locali equivoci, spogliarelli e sex shop, con tutto il contorno di spaccio e piccola o grande delinquenza, la piazza fu riqualificata a partire dagli anni Novanta, diventando un polo di attrazione per molte realtà imprenditoriali e dello spettacolo.
Oggi è anche un posto sicuro, dato che ospita una delle più importanti stazioni del New York Police Department.
Un’attrazione turistica recente (dal 2013) è costituita dalle “desnudas”: ragazze in topless (prevalentemente di origine latino-americana) che si aggirano per la piazza, offrendo di farsi fotografare in cambio di denaro.
Spesso hanno il seno dipinto con i colori della bandiera USA.

Come fotografare Times Square?
Per una volta, abbandoniamo l’idea della fotografia “pulita”, scarna, fatta di pochi elementi caratterizzanti e priva di sfondo, eliminato allo scopo di concentrare sul soggetto tutta la forza della comunicazione.
Qui il soggetto è proprio la confusione; è la folla, sono i colori, è il caos.
Ma questo non ci esime dall’evitare gli elementi di disturbo: un’auto che irrompe nell’inquadratura e ne occupa la metà non è ammessa, così come la testa sfocata di un tizio che chatta al cellulare in primo piano.
Anche in situazioni come questa la fotografia deve essere pensata, attentamente composta e giustamente equilibrata, il che impone spesso di aspettare che tutti gli elementi siano al posto giusto.
Come focale, io consiglio un obiettivo grandangolare, anche molto spinto, capace di esaltare la prospettiva e separare nettamente i diversi piani dell’immagine.
Un supergrandangolo permetterà anche di inquadrare gli edifici di sfondo (grattacieli!) nella loro interezza, senza con questo generare il fenomeno delle verticali convergenti (tranne nel caso in cui siano volute).
Le prospettive possono essere ulteriormente esaltate sfruttando le linee del selciato o i cordoli dei marciapiedi, che diventano linee di fuga “fisiche” capaci di guidare lo sguardo verso lo sfondo.
L’uso più efficace di questa tecnica consiste nello sfruttare un angolo inferiore dell’inquadratura come punto di inizio della linea di fuga principale, in modo da creare una composizione caratterizzata da un andamento fortemente obliquo e di conseguenza mosso e dinamico.
In mezzo a tutta quella folla, il cavalletto è sconsigliabile, ma per fortuna non mancano i punti d’appoggio (io ho spesso sfruttato i tavolini dei bar all’aperto).

L’animazione, le ragazze, i locali, la gente, il traffico, le insegne fanno di questa piazza un luogo pieno di energia e di vita.
E agli amici che mi suggeriscono di andare a vivere fuori città, lontano dal rumore e dall’inquinamento, circondato dalla natura e dall’aria buona, io rispondo che – se me lo potessi permettere – andrei a vivere a Times Square.

Alla prossima.

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