Michele Vacchiano Cultural Photography

Il "tip" del mese

Ogni mese un suggerimento, un consiglio, un "trucco del mestiere" utile a rendere piů divertente, piacevole e professionale il lavoro del fotografo.

AGOSTO 2013

La ciambella di luce

Progettati inizialmente per illuminare senza ombre protesi dentarie, circuiti stampati e reperti anatomici, i flash anulari sono entrati - non senza qualche iniziale diffidenza - anche nelle borse dei fotografi naturalisti.
Il loro numero-guida (che ne esprime la potenza) è solitamente piuttosto basso, dal momento che lavorano molto vicini al soggetto. Per questo il loro utilizzo, decisamente specialistico, è limitato alla fotografia a breve distanza: non avrebbero la potenza sufficiente per illuminare un soggetto situato a distanza media.
Il vantaggio di avere una fonte di luce praticamente solidale con la lente frontale dell'obiettivo sta nel fatto che quanto più aumenta il fattore di ingrandimento tanto più il flash si avvicina al soggetto (insieme all'obiettivo), compensando così la caduta di luce proporzionale al crescere del rapporto di riproduzione.
Se usati da soli i lampeggiatori anulari forniscono un’illuminazione piatta e poco contrastata, ma se uniti ad altre unità flash forniscono ottimi risultati.
Si può usare ad esempio un flash laterale come luce principale, lasciando all'anulare il compito di ammorbidire le ombre e compensare i contrasti.
Alcuni modelli consentono di variare la potenza delle singole lampade, il che ne aumenta la versatilità.
Una variante del flash anulare è costituita da quelle unità flash - composte da due o più lampade di piccole dimensioni - che si assicurano anch'esse alla parte anteriore dell'obiettivo: la presenza di unità di illuminazione differenziate consente una migliore regolazione di luce principale e luce secondaria.
Alla prossima.

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