Michele Vacchiano Cultural Photography

FAQ

1. Che cosa sono i workshop Michele Vacchiano Cultural Photography?
Sono incontri che si svolgono nell’arco di una giornata, oppure di un weekend, volti ad affrontare e ad approfondire temi specifici della fotografia.

2. Per che cosa si caratterizzano e si distinguono da iniziative analoghe?
Per un approccio “olistico”, cioè globale, alla fotografia, considerata nel suo aspetto di evento comunicativo.
Il tema fotografico proposto costituisce per lo più il pretesto per affrontare la fotografia non tanto e non solo come insieme di strumenti e procedure operative, quanto piuttosto come fatto culturale, inteso nell'accezione più ampia del termine.
Il rapporto con il soggetto, l'attenzione per l'ambiente operativo, la conoscenza del territorio e la sua influenza sulla percezione e sull'interpretazione del soggetto sono soltanto alcuni degli aspetti capaci di trasformare l'attività fotografica in un'esperienza di crescita consapevole.
E' questa crescita che distingue il "dilettante" dal "professionista".
La differenza, infatti, non è una partita IVA (per questo sono state usate le virgolette), ma l'atteggiamento mentale (ancora una volta, culturale) con il quale si affronta il proprio lavoro.
Questa filosofia, che io chiamo "rivoluzione copernicana", è illustrata in questa pagina.

3. Qual è lo scopo dei workshop?
Quello di trasformare il dilettante in professionista, nel senso che abbiamo appena illustrato, o meglio di trasformare il fotografo in un "bravo fotografo", fornendogli gli strumenti per diventare, se lo vorrà, un "grande fotografo".

4. Che cosa distingue un bravo fotografo da un grande fotografo?
Il bravo fotografo è colui che conosce a fondo i propri strumenti di lavoro e che li sa usare al limite delle loro possibilità tecniche.
E' colui che non ha (più) bisogno di chiedersi quale comando azionare o quale parametro impostare per ottenere l'immagine che aveva in mente al momento della sua creazione.
Anche soltanto per arrivare a questo la maggior parte dei dilettanti ha un lungo cammino da compiere, ed è su questo che durante ogni workshop si comincia a lavorare.
Il grande fotografo è colui che conosce i propri strumenti di lavoro al punto di saperli usare oltre i limiti delle loro possibilità tecniche, che smette di curarsi della macchina che ha in mano per concentrarsi sul messaggio e sulla sua strutturazione, che sa comunicare allo spettatore non tanto l'esistenza di una determinata realtà, ben composta e bene illuminata, quanto - attraverso l'interpretazione formale del soggetto - il suo modo di vedere e di interpretare il mondo.
In una parola, la sua "cultura".

5. Dunque durante i workshop non si insegna ad usare la macchina fotografica?
No, se per "usare la macchina fotografica" si intende come regolare tempi e diaframmi o dove trovare la leva per il sollevamento dello specchio.
Per imparare queste cose è più che sufficiente leggere il libretto di istruzioni, senza sprecare soldi in attività didattiche che giovano soltanto a chi le organizza.
Nel corso dei nostri workshop si insegna piuttosto ad usare la macchina fotografica come uno strumento di comunicazione, ad affinare il proprio linguaggio narrativo, a sviluppare un proprio stile, mediante un metodo didattico formativo (e non semplicemente informativo) basato sulla curiosità, sul capovolgimento delle nozioni acquisite, sul pensiero alternativo e - spesso - sulla provocazione.

6. Come si svolgono gli incontri di una giornata?
Il ritrovo dei partecipanti è di solito fissato per le ore 9,00 nel luogo in cui si svolgerà il workshop.
Dopo una breve sosta per la colazione (durante la quale si illustrano le motivazioni dell'incontro, lo svolgimento della giornata e i fondamenti teorici dell'attività) si inizia a camminare, effettuando soste frequenti per fotografare.
La sosta per il pranzo è nuovamente un'occasione per discutere di fotografia, per scambiarsi opinioni e chiedere chiarimenti.
Il lavoro riprende nel pomeriggio e termina di solito verso le 18,00, o in ogni caso con il calare dell'oscurità (eccetto gli incontri di fotografia notturna, che iniziano nel pomeriggio e terminano verso mezzanotte).

7. Come si svolgono gli incontri di un weekend?
Il primo giorno di lavoro si svolge come già descritto al punto precedente.
Dopo la cena viene organizzato un "dopocena fotografico" durante il quale i partecipanti possono scaricare su un PC portatile alcune delle loro immagini, che vengono commentate e discusse.
Questa è anche un'occasione per offrire alcuni fondamenti di postproduzione, suggerendo procedure e "trucchi" volti a far coincidere l'immagine finale con l'immagine mentale che il fotografo si era prefigurato all'atto della ripresa.
Il secondo giorno di lavoro si svolge come il primo, con termine verso la metà del pomeriggio per consentire ai partecipanti un comodo rientro alle proprie sedi.

8. Quale abbigliamento è consigliato per partecipare ai workshop?
Dipende, ovviamente, dall'ambiente nel quale il workshop si svolge.
In ogni caso sono sempre consigliabili calzature comode, meglio se di tipo sportivo: scarpe da ginnastica se ci si muove in città o in pianura, pedule o scarponcini per i workshop che si svolgono in ambienti più "selvatici".
In quest'ultimo caso è sempre necessaria un'adeguata protezione solare (berretto in tela ed eventualmente creme protettive).
E' anche consigliabile contemplare la possibilità di vento o di cambiamenti climatici improvvisi: una giacca a vento leggera nello zaino e un abbigliamento "a buccia di cipolla" sono in grado di assicurare il benessere in qualunque condizione meteorologica.

9. Quale attrezzatura è consigliata per fotografare?
Anche in questo caso tutto dipende dal tema dell'incontro.
Per la fotografia di architettura sono consigliati obiettivi grandangolari, possibilmente a focale fissa e non zoom per evitare la distorsione delle linee marginali.
A questi possono essere aggiunti obiettivi di focale elevata (anche zoom), eventualmente con la possibilità di messa a fuoco ravvicinata (macro) per la ripresa di particolari architettonici.
Per il paesaggio e l'ambiente naturale la scelta può spaziare all'interno di una gamma incredibilmente vasta di lunghezze focali: dal grandangolo al tele spinto, a seconda del proprio stile narrativo e della necessità di selezionare l'inquadratura escludendo gli elementi superflui.
In questo caso gli obiettivi zoom sono indicati, ferme restando le limitazioni - soprattutto in termini qualitativi - che possono presentare nei confronti delle focali fisse.
Per argomenti più specifici (ritratto in studio, macrofotografia, riprese naturalistiche, fotografia in grande formato) si utilizzeranno le attrezzature consigliate nella pagina di descrizione dei workshop (pagina indice).
In ogni caso è sempre raccomandabile utilizzare il cavalletto e portare con sé il flash, un irrinunciabile strumento di creatività i cui vantaggi sono per lo più ignorati dalla generalità dei fotografi (non solo dilettanti).

10. Che cosa è il Personal photo coaching?
Ci siamo divertiti a creare questa espressione dal tono vagamente sportivo per indicare in realtà una seria e impegnativa attività di formazione.
Il Personal photo coaching è destinato a chi intende crescere seriamente nella fotografia, fino a raggiungere un livello artistico e professionale di prim'ordine.
L'attività è strettamente individuale e si configura come evento formativo a misura delle conoscenze e delle esigenze del partecipante.
Il primo incontro, della durata di un'intera giornata, serve a valutare il grado di competenza raggiunto dall'allievo e il suo modo di lavorare, sviluppando i punti di forza ed analizzando gli aspetti migliorabili.
Si invita poi l'allievo a verbalizzare le sue necessità e ad evidenziare le sue motivazioni, per individuare il livello di approfondimento necessario.
Alla fine di questa analisi vengono proposti incontri successivi (uno, due o più a seconda del lavoro che si intende svolgere), concordati con l'allievo in base alle sue esigenze.

11. Come si paga la partecipazione a un workshop o a una sessione di Personal photo coaching?
Il pagamento va effettuato all'atto dell'iscrizione mediante bonifico bancario o versamento su conto corrente postale.
Le coordinate bancarie o postali per il versamento vengono comunicate via e-mail agli iscritti.
Alcuni workshop di una sola giornata possono essere saldati in contanti il giorno dell'incontro.

12. Perché all'atto dell'iscrizione vengono richiesti i dati fiscali?
Agli iscritti vengono chiesti i dati fiscali (nome e cognome, indirizzo, codice fiscale) utili per la compilazione della fattura che sarà inviata via e-mail al ricevimento della quota di iscrizione.

13. Come tenersi aggiornati sulle iniziative Michele Vacchiano Cultural Photography?
Principalmente consultando questo sito dove ogni anno, verso il mese di dicembre, viene pubblicato il calendario delle iniziative per l'anno successivo.
Iscrivendosi alla newsletter (gli iscritti riceveranno ogni mese notizie su corsi, workshop, nuovi articoli, attività e iniziative. Inoltre otterranno sconti sull'iscrizione a corsi eworkshop).
Consultando la pagina Facebook (per novità, iniziative, informazioni).
Iscrivendosi al blog (per partecipare, discutere, chiedere informazioni, postare commenti e fotografie).
Seguendo Twitter (per tenersi aggiornati in modo rapido e conciso sulle nostre iniziative).
Segnaliamo inoltre il canale YouTube: (i filmati di Michele Vacchiano: commenti, didattica, minicorsi, interviste).

Michele Vacchiano © 2014.

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