Michele Vacchiano Cultural Photography

Il grande formato spiegato a tutti

Il pellegrino medioevale arrivava a Roma, Gerusalemme o Santiago de Compostela dopo un cammino la cui importanza non era inferiore a quella della meta raggiunta. Il lungo e faticoso avvicinamento gli aveva permesso non soltanto di predisporre l'animo all'incontro con il divino, ma anche di visitare luoghi, incontrare persone, entrare in contatto con conoscenze e stili di vita che avrebbero rappresentato per lui un duraturo arricchimento culturale. Non è azzardato affermare che l'era dei grandi pellegrinaggi fu uno dei più potenti motori di diffusione delle conoscenze e di progresso tecnologico nell'Europa a cavallo dei primi due millenni.

L'alpinista ottocentesco era – prima di tutto – un "voyageur". Raggiungeva sì la vetta, ma dopo un itinerario, spesso periglioso, che lo aveva portato a conoscere e capire territori, genti, usi e culture.

L'uomo contemporaneo non viaggia. Si sposta, è vero, con una rapidità e una frequenza prima impensabili, ma tra il punto di partenza e la meta esiste solo il vuoto. Quello che conta è il risultato finale, l'arrivo, la conclusione.

La metafora del viaggio si attaglia ad ogni attività umana, fotografia compresa. Siamo ormai convinti (siamo stati convinti) che l'importante sia il risultato, il prodotto finale. L'industria ci ha messo a disposizione tecnologie sempre più raffinate. Dapprima la miniaturizzazione di apparecchi e pellicole, poi gli automatismi dell'esposizione e della messa a fuoco, gli obiettivi zoom, e finalmente l'acquisizione digitale ci hanno regalato la possibilità di realizzare velocemente immagini sempre impeccabili. Ma soprattutto facilmente e rapidamente vendibili.

Questa evoluzione, di per se stessa non negativa, contiene un rischio. Il rischio di dimenticare la natura stessa della fotografia, quella di una "techne" (arte e tecnologia al tempo stesso) che concilia la ragione pratica con la ragione teoretica, una forma di conoscenza (prima che di produzione) realizzata attraverso il fare, dove (citando il filosofo Giambattista Vico) "verum et factum convertuntur".

Fotografare significa mettere in campo non soltanto conoscenze tecniche, ma soprattutto quell'insieme di sapienza, intuito, esperienza ed emotività che caratterizzano l'uomo nel suo aspetto più sublime di creatore di bellezza. E in quest'ottica non solo il risultato finale, ma anche – e forse più – il procedimento che vi conduce assume un'importanza fondamentale.

Questa è la filosofia che sottende al fotografare creativo e che si estrinseca, in modo peculiare e caratteristico anche se non esclusivo, nella fotografia in grande formato. Qui le stesse procedure operative costringono il fotografo a concentrarsi sul fare, sui passi lenti e meditati che – come l'incedere pio e composto del pellegrino medioevale – portano alla creazione di un'immagine capace di raccontare l'intimo sentire del suo artefice.

Ma che cos'è il grande formato? Roba da dinosauri? Un mondo a parte? Un modo alieno di fare fotografia? Una faccenda da iniziati? Niente di tutto ciò. In questa pagina esploreremo passo dopo passo un mondo che anche il fotoamatore può, senza grossi problemi, iniziare a frequentare. Per farlo, tuttavia, occorre cambiare la propria "mentalità fotografica" e - soprattutto - far fuori alcuni luoghi comuni. Vediamoli insieme.

Fotografia di Michele Vacchiano

Introduzione

Perché il grande formato

Come è fatto un apparecchio a banco ottico

Caratteristiche delle macchine folding

Oltre l'obiettivo

I movimenti, questi sconosciuti

Il controllo del cerchio di copertura

Come procedere (e come evitare gli errori)

Il problema del fattore di posa

Problemi logistici

Il grande formato e il digitale

Adesso tocca a voi

Presentazione Power Point (in dissolvenza automatica)


Avvertenza:
Il testo dell'articolo e le fotografie a colori e in bianco e nero che lo illustrano sono proprietà di Michele Vacchiano.
Ogni utilizzo, anche a titolo gratuito, è subordinato ad espressa autorizzazione scritta da parte dell'autore.
Le fotografie di apparecchiature e i disegni sono tratti dai seguenti siti Internet: B&H Photovideo, Calumet Photographic, Horseman, Schneider Optics, Toyo, che si ringraziano per la cortese autorizzazione.