Michele Vacchiano Cultural Photography

Terra d'acque

Un vasto, solenne paesaggio d'acqua si estende in primavera tra le province di Vercelli, Novara e Pavia: un "mare a scacchi" scandito da lunghe file di pioppi che brilla al sole e che appare in tutta la sua maestosità se visto dalle prime propaggini delle Alpi.
Una zona importante non solo dal punto di vista produttivo, ma anche dal quello naturalistico, dato che qui si concentra la maggior parte della popolazione europea di aironi.
Senza contare altre decine di specie di uccelli acquatici, e poi rane, libellule, pesci…
In questo ambiente bello e terribile, generazioni di mondine hanno consumato la loro giovinezza, la loro salute e - talvolta - la loro vita, come magistralmente descritto nel film di Giuseppe De Santis Riso amaro (1949, candidato all'Oscar nel 1951 e selezionato tra i 100 film italiani da salvare).
Sabato 24 maggio 2014 abbiamo scelto il territorio di Livorno Ferraris e di Crescentino (provincia di Vercelli) per il nostro secondo incontro annuale.
La mattinata è stata dedicata alla visita della cascina Colombara, nell'omonima frazione di Livorno Ferraris.
La Colombara (Tenuta Torrone della Colombara) appartiene alla famiglia Rondolino dal 1935. Qui il riso è coltivato fin dagli albori del XV secolo. Questa grande azienda agricola è stata abitata fino al 1970: più di 30 famiglie vivevano qui ed ogni famiglia aveva il suo appartamento. C'erano una chiesa, un cimitero, aule per i bambini. La fattoria era un mondo autosufficiente. Negli ultimi anni, grazie alla dedizione e alla grinta di Mario Donato (che nella cascina ha trascorso la sua infanzia), la cascina si è ripopolata di oggetti e arredi, per creare una sorta di museo vivente e tramandare la testimonianza del luogo e dei suoi ambienti. Mario ha ricreato le antiche botteghe, le abitazioni, la scuola, la stalla.
Occasioni fotografiche a non finire, negli esterni ma soprattutto negli interni, dove i forti contrasti fra l'oscurità degli ambienti e la luce cruda e violenta che irrompeva dalle finestre hanno messo a dura prova la gamma dinamica dei nostri sensori, permettendoci però di evocare atmosfere caravaggesche.
Dopo una piacevole sosta per il pranzo ci siamo spostati nel territorio di San Genuario, percorrendo una lunga strada sterrata fra risaie allagate e paludi.
Qui, lasciate le auto, ho proposto una sfida: lavorare con un solo obiettivo.
E un obiettivo decisamente "difficile": un Tessar da 350 millimetri, che sul mio sensore Phase One si comporta più o meno come un 240 millimetri sul formato Leica.
Quindi niente vasti paesaggi, niente vedute d'insieme, ma solo particolari, come le foglie di rovo sullo sfondo dell'acqua, le piantine di riso in crescita, o il muschio delle paludi reso luminoso dal sole…
Al ritorno ancora una deviazione verso la Cascina Spinola. Il sole del pomeriggio ci ha consentito di giocare con i riflessi, con le luminescenze perlacee dell'acqua, con le simmetrie geometriche del paesaggio.
Un paesaggio dove l'opera dell'uomo e l'opera della natura convivono armoniosamente da secoli.

© Michele Vacchiano 2014

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